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Dark Green Cloak

It’s September! In this season cloak is always a good idea, or not?

This cloak is in dark green cotton, not lined and with great trimmings on the edge!

(ATTENTION: this exact trimmings isn’t available yet, but I have many and many others amazing trimmings!)

You can order it in my shop!

 

La bella addormentata

Maleficent e la bella addormentata

Ed infine, dopo mesi di trailer estenuanti (che lasciavano presagire l’avvento di un film buonista) è finalmente uscito Maleficent, la storia riveduta e corretta della strega della bella addormentata.
Che la protagonista fosse una splendida Angelina Jolie nei panni della “non più cattiva” strega lo sapevamo, che la costumistica sarebbe stata eccezionale potevamo sospettarlo, che la favola disney avvesse un happy end era scontato.
Più di così dal film non bisogna pretendere… a me comunque è piaciuto: è un favolone che sarebbe benissimo potuto uscire nelle sale per Natale e non avrebbe sfigurato.
Se vi aspettavate qualcosa di più, se speravate in una psicologia del cattivo all’arancia meccanica… bè, lasciate perdere, questo film non fa per voi!
Comunque possiamo già consolarci con i meravigliosi accessori ispirati a Malefica che impazzano in rete… io sono indiscutibilmente di parte, ma il copricapo creato da Chimerical Dragonfly è a mio avviso uno dei migliori. Avendo poi potuto vederlo di persona, posso garantire che non è solo esteticamente perfetto, ma è anche il risultato di un lavoro di altissimo artigianato artistico!

Anne Rice e la bella addormentata


Sleeping Beauty by Thomas Ralph Spence

Detto questo la bella addormentata del film è praticamente inesistente: sebbene sia la voce narrante è comunque un personaggio scontato e dimenticabilissimo, non certo come Bella di Anne Rice!
Ebbene sì, per chi se lo fosse perso, anni fa Anne Rice, la regina incontrastata dei romanzi di vampiri, ha pubblicato una trilogia di libri dedicati alla bella addormentata.
In Italia abbiamo dovuto attendere anni per vedere finalmente tradotta l’intera saga: il primo libro è stato tradotto e pubblicato nel 1995, poi il nulla.
Grazie allo sdoganamento della letteratura erotica che si è avuto con “cinquanta sfumature di grigio”, finalmente anche la saga della bella addormentata è stata interamente tradotta e pubblicata.
Sì, ho scritto proprio Letteratura Erotica, perché è di questo che parlano i libri di Anne Rice, che infatti al tempo erano stati pubblicati con lo pseudonimo di Anne Roquelaure.
L’incipit è classico, Bella dorme e il principe la violenta. Perché dico che è un classico? Perché in effetti la maggior parte delle storie che comprendono una dama addormentata ne prevedono anche la violenza, e non è neppure detto che questo la svegli!
Ben lontane quindi queste fiabe dalla morale del classico di Perraul, dove il finale ci esorta:
“Se questo racconto avesse voglia d’insegnar qualche cosa, potrebbe insegnare alle fanciulle che chi dorme non piglia pesci… né marito.”
Ma ovviamente nella versione di Anne Rice la protagonista, dopo lo stupro si desta, anche se in effetti si risveglia solo per diventare la schiava sessuale di innumerevoli padroni, in un susseguirsi di giochi erotici che portano al suo totale annichilimento, fino al finale ricongiungimento con il suo io più recondito e al lieto fine.

Brunilde e la bella addormentata


Siegfried and Brünnhilde by arthur rackham

Una delle tante “addormentate” nelle leggende è sicuramente Brunilde, la vergine valchiria dell’opera “Die Walküre” (la valchiria) di Wagner.
Nell’opera Brunilde non è una principessa in senso stretto, anche se in effetti è figlia di Wotan/Odino.
Brunilde disobbedisce al padre ed esso per punirla la maledice.
La maledizione è infamante per una valchiria, una vergine guerriera:

“Qui su questo monte
io ti bandisco;
in sonno inerme
salda ti chiudo:
quell’uomo un giorno possegga la fanciulla,
che la troverà sulla sua strada e la sveglierà.”

Le altre valchirie cercano di intercedere per lei, ma invano, e continua con il suo proclama:

“Non avete udito
quel ch’io destinai?
Dalla vostra schiera
è l’infida sorella bandita;
con voi a cavallo
a traverso l’aria non più cavalcherà;
il virgineo fiore
sfiorirà alla vergine;
uno sposo acquisterà
il suo femmineo favore;
all’uomo dominatore
obbedirà quel giorno;
al focolare siederà e filerà,
oggetto e gioco di ogni schernitore.”

Alla fine Brunilde, dopo un chiarimento con il padre, pone un’unica supplica, un modo per mitigare il suo infamante destino:

“S’io debbo dal Walhalla partire,
non più con te spartire opera e governo,
all’uomo dominatore
d’ora in poi obbedire:
al vile e vano
non mi dare in balía!
Indegno non sia quegli
che mi conquisterà. (…)

Se deve nei suoi vincoli il sonno
salda vincolarmi,
all’uomo più vile
facile preda:
questo solo devi tu esaudire,
di che un’ansia sacra ti scongiura!
La dormiente proteggi
con respingente terrore
così che solo un intrepido,
liberissimo eroe,
qui sulla rupe
un giorno mi trovi!”

Alla fine il padre cede alle richieste della comunque amatissima figlia, e concede che ella possa essere svegliata solo da un uomo valoroso.

Anche questa bella addormentata però verrà violentata nel sonno, sorte non certo invidiabile, in confronto a quella della disneyana Aurora, svegliata con un bacio e destinata ad un lieto fine.

Il castello della bella addormentata


Neuschwanstein Castle in snow by Alexandra Grot

Il collegamento dall’opera di Wagner al castello della bella addormentata è facile e immediato:
per quanto al giorno d’oggi Wagner sia riconosciuto come uno dei grandi compositori, in vita ebbe molte difficoltà a far accettare il suo tipo di opera, finchè non trovò un grandioso mecenate nel diciottenne re di Baviera Ludwig II.
Ludwig, appena incoronato re, si accertò subito che il compositore beneficiasse della sua protezione economica, ed ebbe così grande ammirazione per le sue opere che spesso richiese che parti dei suoi grandiosi castelli le rievocassero minuziosamente.
Ad esempio nel castello di Linderhof potrete ammirare la capanna di Hunding, ricostruzione del primo atto de “La valchiria”.
Sebbene tutti i castelli costruiti o ristrutturati dal re avessero una chiara matrice romantica, oggigiorno quello che più di tutti viene ricordato, mitizzato e visitato è senza dubbio il castello di Neuschwanstein, proprio il castello che settant’anni dopo la morte di Ludwig verrà preso ad ispirazione da Walt Disney per ambientare il suo film “La bella addormentata nel bosco”.
Sebbene alla sua uscita il film sia stato un fiasco, con una perfetta manovra pubblicitaria il castello della bella addormentata è diventato sia il simbolo della Disney che una delle maggiori attrazioni di tutti i suoi parchi a tema.
Purtroppo, per quanto indubbiamente splendidi, questi castelli in plastica e vetroresina non possono minimamente rivaleggiare con la grandiosità del castello di Neuschwanstein, un castello per la cui costruzione (in verità mai ultimata) fu dato fondo alle casse di un intero regno.

Venezia e il barocco

CRY TO HEAVEN

Mi è ripassato sotto mano durante le feste natalizie un libro che non rileggevo da anni e in preda a quella curiosità alimentata da ricordi sfocati ma piacevoli mi sono apprestata a rileggerlo.

Parlo di “Cry to heaven” in italiano “Un grido fino al cielo” di Anne Roquelaure, uno degli pseudonimi noti di Anne Rice, qui in versione meno vampiresca e più erotica ma sempre indubbiamente affascinante dal punto di vista descrittivo.
La storia in breve parla di Marc’Antonio Treschi, ultimo rampollo di una famiglia veneziana e destinato a grandi cose. Purtroppo la sua vita prende una piega inaspettata quando, in seguito alla morte del padre, ritorna in patria il fratellastro esiliato anni prima.
Il fratello, per riguadagnarsi il posto che gli spetta in società e non volendo assassinare Tonio, pensa bene di far rapire e castrare il fratellino, spedendolo poi in conservatoria a Napoli, dove vengono addestrati i migliori cantanti.
Da qui la vita di Tonio, diviso tra la gioia per la musica e la sete di vendetta.
Come sempre gli scenari sono splendidi e descritti magnificamente e la seconda lettura, che a volte mostra certe magagne che alla prima sono sfuggite, si dimostra avvincente come la prima.
Venezia è umida e decadente, Napoli è soleggiata e brulicante di vita e l’atmosfera barocca si respira in ogni pagina riportando alla mente tesori italiani, sepolti nella memoria delle gite scolastiche, a cui verrebbe voglia di tornare a dare un’occhiata.

L’immagina qui sopra, per chi se lo stesse chiedendo, è presa dal film “Farinelli, Voce Regina” di Gérard Corbiau, e il protagonista Farinelli, il grande cantante castrato è interpretato da Stefano Dionisi.
Mi sembrava particolarmente azzeccata per l’argomento!

Unico neo… astenersi dalla lettura tutti i maschietti omofobi perchè di scene gay ce ne sono diverse (Sì, anche mio marito, accanito fan di Anne Rice, si è astenuto!)

GOLDEN GODDESS

Il barocco, oltre a suscitarci ricordi di chiese dorate e opulente, richiama immediatamente anche l’immagine di copricapi fantasiosi ed eccessivi.

Al giorno d’oggi è difficile anche solo trovare qualcuno che produca tali miracoli di ridondanza dorata, ma certamente potete fare affidamento su PoshFairytaleCouture lo spettacolare negozio di Rachel Sigmon, una creatrice che non mette limiti alla fantasia e con sapienza e pazienza realizza copricapi che non conoscono il significato della parola “eccessivo”!

… e, detto in tutta onesta, sono abbastanza sicura che non ci sia bisogno di essere una drag queen per potersi permettere uno di questi copricapi, basta solo l’occasione giusta e un po’ di soldi da parte… mi sa che ci farò un serio pensiero nel caso decidessi di rinnovare i voti matrimoniali con una seconda cerimonia nuziale!

BRIEF GLIMPSE

E restando in temi di barocco non possiamo non pensare per un attimo a sontuose serate con balli in maschera.

Pareti ricolme di stucchi dorati, alti soffitti affrescati e eleganti lampadari di cristallo che riflettono mille luci su una folla agghindata di abiti sontuosi e traboccanti.

Personalmente perso che questa immagine sia resa benissimo nel “breve sguardo” di Schin Loong, rappresentato qui sopra.

Se volete vedere altri lavori di Schin, che si pronuncia Chin, come specifica lei stessa, non esitate a dare un’occhiata al suo sito, ricolmo di meraviglie fantasy e aggressivamente romantiche.

NOCTURNE

E parlando di balli in maschera, per tornare al discorso iniziale sul libro “Cry to heaven”, io rimango sempre stupita da come molte persone straniere riescano a cogliere in certi posti una magia e un’atmosfera che spesso a noi italiani, forse troppo assuefatti a certe cose, sfugge totalmente.

D’altronde, sebbene a me piaccia moltissimo Venezia, davvero faccio fatica a passare oltre ai muri scrostati e alle scritte oscene per vedere solo il lato romantico. Ma probabilmente questo è dovuto al fatto che amo di più le atmosfere decadenti che non quelle romantiche, infatti amo Venezia e Praga, entrambe simbolo di maciume e decadenza per grandi scrittori come Mann e Kafka…

Comunque Anne Rice non è l’unica che riesce a cogliere il lato magico di Venezia, ci sono tantissimi esempi in giro per la rete, di gente che coglie perfettamente certe atmosfere, come ad esempio Stephania Dapolla, fotografa eccezionale e autrice del Nottorno qui sopra. Nel suo shop su Etsy potrete vedere altre foto, sempre di Venezia, in una luce fantastica che rende tutto una favola bellissima e lontana dalla realtà!