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Russia 1 – Italia 0

Sabato ero a Mantova Comics e, mentre salutavo tizio e caia e spettegolavo amabilmente, qui e là, mi sono posta una domanda inquietante:

Chi cazzo è Jannet Incosplay?

Essa è una bella gnocca, questo è chiaro anche per un osservatore distratto, va bene, ma la domanda è, davero: chi cazzo è?

Jannetincosplay: Widowmaker &emdash;

Ignoranza mia, suppongo, e quindi mi sono attaccata come il super attak al fido smartphone e ho chiesto.
Bene, ora lo so.

Essa è una cosplayer Russa di fama non troppo ampia, a giudicare dal numero di ‘mi piace’ alla sua pagina facebook. (147.000 sono un bel numero… ma c’è davvero di molto meglio, in giro!)

Così, mentre spendevo un capitale in fumetti, pensavo:
“Va bene, è topa, questo sì, ma serviva proprio invitare una tizia dalla Russia? Di cosplayer tope in Italia ne abbiamo a pacchi, e visto che in Italia i premi per i cosplay (parlando in euro, sia chiaro), sono praticamente inesistenti, e che l’unico modo per una povera crista, per mantenersi con la sua arte, è quello di accettare ingaggi per fiere e varie come ‘ospite’ o ‘prestentatrice di qualcosa’, non sarebbe carino che almeno si provasse a dare un po’ di lustro alle nostre ragazze?”

Il mio ragionamento filava… ma poi mi sono presa la briga, una volta finiti i soldi e tornata a casa, di guardarmi meglio un po’ di foto in giro per la rete.
Ora, io non sono il genio della lampada, e non dovrei nemmeno giudicare le doti manuali altrui, visto che io non ne ho, ma gli occhi, ecco, gli occhi ce li ho. Quello sì.
Così mi sono guardata un po’ di foto di questa Jannet incosplay… ebbene, cazzo, quei vestiti lì le nostre italiane più note, mica ce li hanno.

Jannetincosplay: Satsuki and Ryuko &emdash;

Anche Giada Robin, con un ottimo Patreon bello avviato e un milioncino di ‘mi piace’ su FB, in confronto è vestita di stracci, e le italiane meno note non sono certo messe meglio.

Sì tesore, le tette nelle cosplayer femmine hanno la loro importanza, ma non potete davvero credere che il successo mondiale e inarrestabile di una Jessica Nigri, a caso, sia dovuto solo a quelle…
Lo avete visto il costume di Sindragosa? Sbavo solo io?

insomma, care cosplayer italiane, mi sa che dovete fare un giro in meno dall’estetista e uno in più in laboratorio, perché siete tecnicamente indietro, come si dice dalle mie parti, come la coda del maiale, e non si può pretendere che veniate chiamate, e magari pagate, solo per le tette… se vi pagano solo per le tette allora non siete cosplayer, siete qualcos’altro…

Quindi, scusate, ma preferisco la Russa Jannet incosplay a molte di voi.

(Nella foto in alto: Giada Robin a sinistra – Jannet incosplay a detra)

 

 

Dark Green Cloak

It’s September! In this season cloak is always a good idea, or not?

This cloak is in dark green cotton, not lined and with great trimmings on the edge!

(ATTENTION: this exact trimmings isn’t available yet, but I have many and many others amazing trimmings!)

You can order it in my shop!

 

La bella addormentata

Maleficent e la bella addormentata

Ed infine, dopo mesi di trailer estenuanti (che lasciavano presagire l’avvento di un film buonista) è finalmente uscito Maleficent, la storia riveduta e corretta della strega della bella addormentata.
Che la protagonista fosse una splendida Angelina Jolie nei panni della “non più cattiva” strega lo sapevamo, che la costumistica sarebbe stata eccezionale potevamo sospettarlo, che la favola disney avvesse un happy end era scontato.
Più di così dal film non bisogna pretendere… a me comunque è piaciuto: è un favolone che sarebbe benissimo potuto uscire nelle sale per Natale e non avrebbe sfigurato.
Se vi aspettavate qualcosa di più, se speravate in una psicologia del cattivo all’arancia meccanica… bè, lasciate perdere, questo film non fa per voi!
Comunque possiamo già consolarci con i meravigliosi accessori ispirati a Malefica che impazzano in rete… io sono indiscutibilmente di parte, ma il copricapo creato da Chimerical Dragonfly è a mio avviso uno dei migliori. Avendo poi potuto vederlo di persona, posso garantire che non è solo esteticamente perfetto, ma è anche il risultato di un lavoro di altissimo artigianato artistico!

Anne Rice e la bella addormentata


Sleeping Beauty by Thomas Ralph Spence

Detto questo la bella addormentata del film è praticamente inesistente: sebbene sia la voce narrante è comunque un personaggio scontato e dimenticabilissimo, non certo come Bella di Anne Rice!
Ebbene sì, per chi se lo fosse perso, anni fa Anne Rice, la regina incontrastata dei romanzi di vampiri, ha pubblicato una trilogia di libri dedicati alla bella addormentata.
In Italia abbiamo dovuto attendere anni per vedere finalmente tradotta l’intera saga: il primo libro è stato tradotto e pubblicato nel 1995, poi il nulla.
Grazie allo sdoganamento della letteratura erotica che si è avuto con “cinquanta sfumature di grigio”, finalmente anche la saga della bella addormentata è stata interamente tradotta e pubblicata.
Sì, ho scritto proprio Letteratura Erotica, perché è di questo che parlano i libri di Anne Rice, che infatti al tempo erano stati pubblicati con lo pseudonimo di Anne Roquelaure.
L’incipit è classico, Bella dorme e il principe la violenta. Perché dico che è un classico? Perché in effetti la maggior parte delle storie che comprendono una dama addormentata ne prevedono anche la violenza, e non è neppure detto che questo la svegli!
Ben lontane quindi queste fiabe dalla morale del classico di Perraul, dove il finale ci esorta:
“Se questo racconto avesse voglia d’insegnar qualche cosa, potrebbe insegnare alle fanciulle che chi dorme non piglia pesci… né marito.”
Ma ovviamente nella versione di Anne Rice la protagonista, dopo lo stupro si desta, anche se in effetti si risveglia solo per diventare la schiava sessuale di innumerevoli padroni, in un susseguirsi di giochi erotici che portano al suo totale annichilimento, fino al finale ricongiungimento con il suo io più recondito e al lieto fine.

Brunilde e la bella addormentata


Siegfried and Brünnhilde by arthur rackham

Una delle tante “addormentate” nelle leggende è sicuramente Brunilde, la vergine valchiria dell’opera “Die Walküre” (la valchiria) di Wagner.
Nell’opera Brunilde non è una principessa in senso stretto, anche se in effetti è figlia di Wotan/Odino.
Brunilde disobbedisce al padre ed esso per punirla la maledice.
La maledizione è infamante per una valchiria, una vergine guerriera:

“Qui su questo monte
io ti bandisco;
in sonno inerme
salda ti chiudo:
quell’uomo un giorno possegga la fanciulla,
che la troverà sulla sua strada e la sveglierà.”

Le altre valchirie cercano di intercedere per lei, ma invano, e continua con il suo proclama:

“Non avete udito
quel ch’io destinai?
Dalla vostra schiera
è l’infida sorella bandita;
con voi a cavallo
a traverso l’aria non più cavalcherà;
il virgineo fiore
sfiorirà alla vergine;
uno sposo acquisterà
il suo femmineo favore;
all’uomo dominatore
obbedirà quel giorno;
al focolare siederà e filerà,
oggetto e gioco di ogni schernitore.”

Alla fine Brunilde, dopo un chiarimento con il padre, pone un’unica supplica, un modo per mitigare il suo infamante destino:

“S’io debbo dal Walhalla partire,
non più con te spartire opera e governo,
all’uomo dominatore
d’ora in poi obbedire:
al vile e vano
non mi dare in balía!
Indegno non sia quegli
che mi conquisterà. (…)

Se deve nei suoi vincoli il sonno
salda vincolarmi,
all’uomo più vile
facile preda:
questo solo devi tu esaudire,
di che un’ansia sacra ti scongiura!
La dormiente proteggi
con respingente terrore
così che solo un intrepido,
liberissimo eroe,
qui sulla rupe
un giorno mi trovi!”

Alla fine il padre cede alle richieste della comunque amatissima figlia, e concede che ella possa essere svegliata solo da un uomo valoroso.

Anche questa bella addormentata però verrà violentata nel sonno, sorte non certo invidiabile, in confronto a quella della disneyana Aurora, svegliata con un bacio e destinata ad un lieto fine.

Il castello della bella addormentata


Neuschwanstein Castle in snow by Alexandra Grot

Il collegamento dall’opera di Wagner al castello della bella addormentata è facile e immediato:
per quanto al giorno d’oggi Wagner sia riconosciuto come uno dei grandi compositori, in vita ebbe molte difficoltà a far accettare il suo tipo di opera, finchè non trovò un grandioso mecenate nel diciottenne re di Baviera Ludwig II.
Ludwig, appena incoronato re, si accertò subito che il compositore beneficiasse della sua protezione economica, ed ebbe così grande ammirazione per le sue opere che spesso richiese che parti dei suoi grandiosi castelli le rievocassero minuziosamente.
Ad esempio nel castello di Linderhof potrete ammirare la capanna di Hunding, ricostruzione del primo atto de “La valchiria”.
Sebbene tutti i castelli costruiti o ristrutturati dal re avessero una chiara matrice romantica, oggigiorno quello che più di tutti viene ricordato, mitizzato e visitato è senza dubbio il castello di Neuschwanstein, proprio il castello che settant’anni dopo la morte di Ludwig verrà preso ad ispirazione da Walt Disney per ambientare il suo film “La bella addormentata nel bosco”.
Sebbene alla sua uscita il film sia stato un fiasco, con una perfetta manovra pubblicitaria il castello della bella addormentata è diventato sia il simbolo della Disney che una delle maggiori attrazioni di tutti i suoi parchi a tema.
Purtroppo, per quanto indubbiamente splendidi, questi castelli in plastica e vetroresina non possono minimamente rivaleggiare con la grandiosità del castello di Neuschwanstein, un castello per la cui costruzione (in verità mai ultimata) fu dato fondo alle casse di un intero regno.